I nuovi inquisitori della dea Scienza - Sulla paura del dubbio e l'arroganza del certo
di Alberto Lori
Una volta bruciavano gli eretici. Oggi bruciano le idee. La nuova Inquisizione non indossa più tonache, ma camici bianchi. Non predica dal pulpito, ma dai talk show. E il suo dogma è semplice: ciò che non si misura, non esiste.
Eppure, la vera scienza è nata proprio dal dubbio. Galileo non cercava certezze, ma libertà. Oggi invece molti “difensori della razionalità” si comportano come chierici del dato: ciò che non entra in laboratorio viene bollato come eresia. Il principio di riproducibilità è diventato il loro rosario: se non si replica, non è reale. Ma come si replica un’intuizione, una coscienza, un atto d’amore o di creatività? Ogni grande scoperta è cominciata con un’intuizione, non con una tabella. Majorana, Bohm, Penrose e Faggin hanno osato guardare dove gli strumenti non arrivano: nel mistero che lega mente, informazione e materia.
La parola “pseudoscienza” è oggi la nuova scomunica: serve a zittire chi osa cercare altrove. Ma la pseudoscienza vera è quella che smette di cercare, che difende il dogma invece della curiosità. Il paradosso è che più la scienza scopre di non sapere, più alcuni dei suoi fedeli diventano arroganti. È paura del mistero: paura di ammettere che la realtà potrebbe essere più grande di ciò che possiamo misurare. Eppure, è proprio tra l’ignoto e il dubbio che nasce ogni progresso. Perché la scienza non è un tribunale del vero, ma un invito all’ascolto. Come scriveva Max Planck : “Una nuova verità non trionfa convincendo gli avversari, ma quando cresce una nuova generazione che la conosce.” È tempo, allora, di tornare alla scienza che osa. Quella che non teme il mistero. Quella che ascolta.
31 ottobre 2025 – ALBERTO LORI – Qui Radio Londra Tv
