VOTAZIONI REGIONALI IN CAMPANIA: VERSO IL MIGLIORAMENTO? O SIAMO DESTINATI A SEGUIRE IL TRACOLLO CULTURALE E SOCIALE DI ALTRE REGIONI?

VOTAZIONI REGIONALI IN CAMPANIA: VERSO IL MIGLIORAMENTO? O SIAMO DESTINATI A SEGUIRE IL TRACOLLO CULTURALE E SOCIALE DI ALTRE REGIONI?

di Paola Mora

La Campania è la regione che maggiormente si è diversificata dalle altre anche in epoca pandemica, o forse, ci si è accorti che era diversa nella conservazione delle sue radici e resistente alla piega progressista dei partiti di sinistra nel post pandemia, solo ultimamente, nonostante lo fosse già, e nonostante le difficoltà di una sanità abbandonata da anni, non certo per le esclusive colpe di chi la ha governata ma perché, le regioni del Sud sono sempre le meno remunerate e valorizzate dai governi in carica, da ambo gli schieramenti politici. E infatti, la Campania è la terra delle piccole realtà che lottano per esistere, dove i sindaci si reinventano, l’arte e la cultura diventano armi per la vittoria, i borghi si trasformano in attrazione attraverso la creatività degli artisti campani che, per i loro ingegnosi  lavori, sono corteggiati anche all’estero e non solo nel territorio nazionale. La Campania è quella delle luci d’artista che a Salerno, attraggono turisti da ovunque come mai nessuna regione d’Italia ha saputo fare, nel tempo tradizionale del Natale e della cristianità. La reggia di Caserta è una bomboniera senza eguali. La popolazione è viva, reattiva, sociale, propositiva sull’accoglienza dello straniero, ma accorta all’imprenditoria piccola e media nativa. Persino i Paesi dimenticati trovano vigore, e non solo quindi, Napoli, porta lo scettro della tradizione. L’immigrato, sia esso indiano, ucraino, russo, rumeno, africano, si è inserito meglio che ovunque, senza però mai impadronirsi di una regione che appartiene agli italiani, laddove in altre realtà come la Lombardia, non si contano i disagi dovuti a un cattivo modello di accoglienza e fallimento nell’integrazione. La tecnologia è a passo d’uomo, non sostitutiva, integrata a piccole dosi, e nel tempo necessario per il suo adattamento senza invasioni. Cosa potrebbe accadere in vista delle nuove elezioni regionali? Sarà un miglioramento o un arretramento? La Campania è una regione piena di idee, mancano tuttavia gli aiuti fondamentali per evitare le desertificazioni dei territori e rinfoltire la sanità, aiutare le economie anche più al margine. Contesto per cui l’attuale governatore si è mosso negli ultimi anni, ma sempre in una direzione di amore per la propria terra, cura. La Campania si prepara ad eleggere il successore del governatore uscente Vincenzo De Luca, tanto contestato quanto amato, il quale, è uno dei pochi politici vecchio stampo rimasto attivo in Italia come “mentalità”, quindi seria e non sguaiata, aldilà delle spigolature che ogni tanto, hanno fatto storcere il naso. Eppure, ultimamente ha lasciato emergere la bellezza di questa regione molto più di quanto abbiano fatto altri, partecipando anche ai dibattiti geopolitici, storici, con chiavi di lettura più diplomatiche e meno ligie alla conflittualità. Nè si è lasciato completamente trascinare, pur non potendo sottrarsi ad alcuni allineamenti, in dinamiche deterioranti e peggiorative della crisi sistemica europea, verso la distruzione, quindi, dei tessuti connettivi del Paese. E’ stato uno dei pochi a promuovere la dottrina del dialogo. C’è da dire che, dopo il 2020 la Campania ha accelerato la corsa all’evoluzione, continuando a pretendere più ascolto in Italia, nel settore chiave della sanità, il suo punto debole. Sono 5 i candidati in corsa in Campania
che affronteranno il voto di domenica 23 e lunedì 24 novembre.  Il centrosinistra schiera Roberto Fico, nato a Napoli nel 1974, studente del liceo classico, sostenuto da otto liste. Per il centrodestra si presenta Edmondo Cirielli, nato a Nocera Inferiore nel 1964, già seguace di Alleanza Nazionale che, nel 2012, insieme a Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa, fonda Fratelli d’Italia. Nicola Campanile, altro candidato, è invece socio fondatore e presidente della rete politica “Per le Persone e la Comunità”, da cui prende il nome la lista per cui si candida in Campania. Giuliano Granato, con una esperienza a Londra – Westminster Drug Project – si candida con “Campania Popolare“. Carlo Arnese, è sostenuto da Forza del Popolo (FdP). Stefano Bandecchi è in corsa con la lista autonoma «Dimensione Bandecchi». I cittadini sono chiamati al voto, ed è un momento particolarmente importante dove, più che badare alla destra o alla sinistra politiche, è chiaro che la necessità è pensare alla regione, quindi puntare sulla persona e non sul partito che rappresenta. Il governatore uscente ha dimostrato come, l’imparare ad essere “persona tra i propri cittadini” – smussando anche angoli della propria personalità che lo rendevano in passato più venale – molto prima che simbolo di un partito di cui fa parte, al punto da distaccarsene nei casi necessari per prendere iniziative richieste dalla cittadinanza su territorio e per esso, quando è il partito ad allontarsene, travolto dalle propagande e dalle mode,  è la chiave vincente per il miglioramento di un Paese.    

17 novembre 2025 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv

 

PAUSA CAFFE’

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