LE MOSSE RIPARATRICI DI WASHINGTON NEL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO. SLANCIO NEI NEGOZIATI. ERDOGAN OFFRE DISPONIBILITA’ PER FUTURI INCONTRI TRA PUTIN E ZELENSKYY

LE MOSSE RIPARATRICI DI WASHINGTON NEL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO. SLANCIO NEI NEGOZIATI. ERDOGAN OFFRE DISPONIBILITA' PER FUTURI INCONTRI TRA PUTIN E ZELENSKYY

di Paola Mora

E’ tempo di recuperare i fallimenti, per l’amministrazione Trump. Le condizioni sono dettate dalla Russia per il semplice motivo che né gli europei, né gli ucraini, né gli americani, hanno in mano carte per poter vincere la partita. Nessun vantaggio territoriale ucraino, anzi, dal 2022 molti più territori sono stati persi definitivamente, con uccisione di un gran numero di soldati per l’esercito di Kiev, col rischio che Mosca si spinga ora verso la presa di Odessa, e nessuna bancarotta russa si è verificata. Mosca ha retto alle pressioni economiche e ora, pensa a proseguire sulla via dello sviluppo attraverso accordi con i Paesi amici, tra cui la Cina e la Mongolia, con cui a settembre è possibile un’apertura importante su un maxi-gasdotto, il Power of Siberia2. Nel frattempo, Donald Trump si è mosso in viaggio nei Paesi del Golfo, nella necessità di stabilire delle partnership a più livelli, anche di tipo militare, per tenere in mano l’egemonia in Medio oriente esercitata attraverso Israele. Ma questo, significa apparentemente fare marcia indietro con Netanyahu dal momento che, per essere credibile, Trump ha bisogno di riavviare gli Accordi di Abramo con alla base degli ottimi incentivi, per poter sedurre quei Paesi a praticare ‘inconsapevolmente‘ la via più vantaggiosa per l’espansione di Israele, anche se, la strada è molto più lunga e alcuni funzionari di Tel Aviv storcono il naso. La causa del malcontento sono le firme su documenti di approvvigionamento militare, redatte da Washington e Arabia Saudita, in un accordo complessivo del valore di 600 miliardi di dollari, di cui 140 miliardi in armi e addestramento di soldati. Questo, serve a Trump per spezzare il rapporto di Riad con Pechino. Donald tiene monitorati anche gli sviluppi degli accordi di Istanbul tra Ucraina e Russia, lanciando nel frattempo qualche proposta volta a riavvicinare a sé Putin poiché persa l’Ucraina, che rischia di venire smembrata non solo dalla Russia ma soprattutto dai paesi alleati stessi – Ungheria , Polonia, Romania in primis – quel che gli resta è proteggere i propri investimenti sui minerali e ridimensionare il potere del dragone cinese, sfruttando un possibile spostamento e sbilanciamento di Mosca verso una posizione di neutralità e mediazione, proprio da esercitare in futuro su Cina e USA. La Russia, a Istanbul  chiede in particolare: che l’Ucraina riduca il suo esercito e limiti la quantità di armi, escludendo completamente missili a lunga gittata; che le regioni della DPR, LPR, Zaporizhia e Kherson, comprese Kherson e Zaporizhia, vengano riconosciute come russe e quindi il regime di Kiev deve rinunciarvi; revoca delle sanzioni di Stati Uniti e UE; l’Ucraina deve rinunciare all’adesione alla NATO. Ovviamente, tutto adeguato alla nuova situazione sul campo di battaglia rispetto a quella del 2022.

Il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul hanno discusso della fine del conflitto in Ucraina e del rafforzamento della sicurezza dell’Alleanza del Nord Atlantico (NATO) durante colloqui che si sono tenuti ad Antalya, in Turchia; nello stesso giorno dei negoziati di Istanbul, ma a margine di una riunione informale dei ministri degli esteri della NATO, come riferito dal rappresentante del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce.  La Turchia pullula di incontri e scambi per le stabilizzazioni sul confine russo – ucraino. “Hanno discusso le priorità bilaterali e globali, tra cui la collaborazione per affrontare le minacce provenienti dalla Cina, porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, rafforzare le difese della NATO e dell’Europa e impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari”, ha affermato il Dipartimento americano. Come è facile notare, Trump si muove sul palcoscenico in chiave anti-cinese, provando a ridistribuire i pesi degli equilibri. Inoltre, ha lanciato una proposta per facilitare, a suo dire, il negoziato di Istanbul che ha subito un rallentamento sulla tabella di marcia a causa dei capricci del leader Volodymyr Zelenskyy. Nello specifico, l’amministrazione statunitense che sta giocando tutte le carte che gli sono rimaste in deposito, propone di riprendere i lavori del Consiglio Russia-NATO per una soluzione in Ucraina. Il Consiglio Russia-NATO fu istituito nel 2002 per creare un contesto di consultazione tra Federazione Russa e Alleanza del Nord Atlantico. Nell’aprile 2014, con l’annessione della Crimea da parte della Russia, venne sospeso, lasciando tuttavia aperti i canali di comunicazione per situazioni di emergenza, a esempio, una riunione del Consiglio si tenne nel gennaio 2022. Trump ha inoltre affermato di non essere deluso dal livello della delegazione russa ai colloqui con l’Ucraina, ovviamente, non è così sciocco da non notare che la composizione, è una continuazione del vecchio formato del 2022 dove nessuno si era lamentato. Il Ministro degli Esteri turco ha intanto confermato l’arrivo della delegazione statunitense a Istanbul. La leadership ucraina non è stata invece invitata a partecipare alle discussioni principali del prossimo vertice NATO di giugno. Il motivo è che Putin richiedeva l’allontanamento di Kiev dalla NATO come condizione imprescindibile anche solo per un negoziato diretto, e Trump si sta facendo promotore di questo ordine coinvolgendo la NATO, che per ora non ha intenzione di mandare all’aria la spinta di Trump per i colloqui di pace con la Russia. Anche perché, Trump incide sulla funzionalità strategica della NATO, e l’UE non ha ancora una alternativa alla difesa dell’Alleanza, per cui, senza la volontà degli Stati Uniti è impossibile per la NATO procedere in autonomia.

Mentre gli USA cercano di trarre vantaggi dalla sconfitta, è arrivata la dichiarazione attesa di Vladimir Medinsky, che è stato nominato a capo della delegazione russa a Istanbul, il quale ha affermato :

L’obiettivo dei negoziati diretti con l’Ucraina è una pace duratura eliminando le cause profonde del conflitto. La nostra delegazione ha tutte le competenze e i poteri necessari”.

È intervenuto anche il leader Turco Erdogan reduce dal confronto con Zelenskyj, il quale ha mitigato la tensione sostenendo che è piacevolmente disposto a fornire la piattaforma turca per i negoziati anche tra i presidenti di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Vladimir Zelensky appena saranno pronti.

Lo comunica la testata russa Ria Novosti. In questo modo, Zelenskyj si è assicurato un posto a tavola, laddove non è mai stata ritenuta indispensabile la sua presenza essendo decaduto come presidente legittimo, e non avendo ancora, la Verkovna Rada ( parlamento ucraino) abrogato la legge che vieta all’Ucraina di fare accordi con Vladimir Putin. Altro ostacolo verso la pace.

15 maggio 2025 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv

 

PAUSA CAFFE’

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