L’ATTACCO ALLA FLOTTA DEL MAR NERO, E IL MIRACOLO DI SEBASTOPOLI!

L’ATTACCO ALLA FLOTTA DEL MAR NERO, E IL MIRACOLO DI SEBASTOPOLI!

di Paola Mora

Gli anglosassoni hanno un obiettivo strategico da raggiungere per indebolire Madre Russia, ovvero, isolarla dai mari e dal transito via acqua delle merci, impedirle il commercio marittimo a livello mondiale. Il Mar Nero diventa così teatro di tentativi da parte dell’Occidente collettivo per soddisfare questa egoistica esigenza. Noi, che di mare ne abbiamo già abbastanza, pretendiamo di prenderci anche quello, per piegare una popolazione con le proprie tradizioni che vive e regna nel suo territorio storico. La flotta del Mar Nero di Sebastopoli è bersaglio, negli ultimi giorni, delle forze armate ucraine pilotate completamente dalla NATO. Ed in effetti, gli ucraini hanno veramente poco a che fare con questa tipologia di manovre militari, che per attuarsi, hanno pieno bisogno delle attrezzature tecnologiche, radar, personale addetto, e supporti aerei occidentali. Dalle fonti militari, è noto che la mattina del 23 settembre 2023 “un missile antinave Neptun viene lanciato dalla regione di Odessa e abbattuto dalla 31esima Divisione delle Forze armate russe e dalla difesa antiaerea. Anche un drone viene contemporaneamente respinto da un equipaggio specializzato russo”. Un paio di ore dopo, l’attacco è ripreso e “4 bombardieri SU-24M lanciano almeno 7 missili da crociera Storm Shadow che vengono anch’essi abbattuti, e diversi altri nell’ avvicinamento a Sebastopoli.  Il “nemico occidente” effettua costantemente e da tempo la ricognizione satellitare delle installazioni militari russe in Crimea, spesso su base regolare. Ciò si aggiunge al lavoro degli aerei da ricognizione senza pilota con equipaggio. Secondo i satelliti e i dati da ricognizione, gli attacchi vengono effettuati da missili NATO”.  In questo frangente, uno Storm Shadow statunitense è riuscito a colpire il quartier generale della Flotta del Mar Nero. È bene sottolineare che un allarme di allerta era già stato probabilmente diramato, e difatti, danni umani importanti non ce ne sono stati. Anche i danni materiali non sarebbero stati gravi quantomeno ‘dal punto di vista strategico’, giacché l’attacco non riguarda aree particolarmente critiche dal momento che: l’edificio toccato (non in tutta la sua estensione) ha funzione secondaria di tipologia amministrativa e non è, militarmente parlando, la tipica linea rossa che frutti guadagni eccezionali per gli ucraini nella guerra in corso. Non modifica gli equilibri! Certo, sono colpi assestati per finalità sperimentali della NATO, che appunta la capacità di risposta russa su Block notes, in vista di un futuro arrembaggio alla agognata Crimea! Dopo il fallimento dell’offensiva ucraina e l’ombra, divenuta ormai carne, d’ un conflitto perso da Kiev ma che l’occidente collettivo sta provando a trascinare, ci si dedica da parte occidentale ad attacchi “spettacolari” che possano far parlare di sé a livello propagandistico, creando l’illusione d’un esercito ucraino ancora arzillo. In realtà, si tratta di pennellate scenografiche, manovrate e spalmate in aree di guerra prescelte dalle forze dell’alleanza atlantica – che si reinventano come sostitute acquattate d’una forza ucraina oramai inesistente – protraendo le tempistiche in vista d’un piano B che potrebbe riguardare, forse, l’entrata in scena d’un secondo attore che si muoverà anch’esso sul cadavere ucraino. Kiev è morta! Non esiste più un governo: il presidente evita le elezioni per rimanere in carica terrorizzato all’idea d’esser linciato dal suo popolo, l’opposizione è stata imbavagliata e tolta di mezzo, la corruzione dilaga; i cittadini sono minoranze che non hanno voluto o potuto abbandonare l’Ucraina all’inizio e durante il protrarsi dell’operazione speciale di Putin; l’esercito è dissanguato, giace nei cimiteri mentre i funzionari raschiano la pentola ordinando la cattura dei civili in strada, per costringerli alla mobilitazione. Si parla di ricostruzione: più che ricostruzione è la svendita, di ciò che resta in piedi, alle multinazionali occidentali, tant’è che in occasione del suo viaggio a New York, il presidente ucraino Volodimir Zelenskyj ha avuto occasione di incontrare, separatamente all’Assemblea delle Nazioni Unite, i miliardari della “finanza bene” che sono noti per l’arte dell’aguzzinaggio di guerra. Aprono il portafoglio, per accaparrarsi a metà prezzo le aree della regione più appetibili ai propri affari esclusivi. Il popolo ucraino, ovviamente, non viene interpellato su nulla che, in futuro, caratterizzerà quel che era il paese denominato ‘sovrano, ucraino, e indipendente’, solo per offrirgli un miraggio, da Washington e dalla Commissione europea. Tornando a Sebastopoli e all’attacco del 23 settembre 2023, la Federazione Russa non è rimasta inerme, e la risposta militare è giunta quasi immediata la notte successiva. Ovviamente, la stampa occidentale non ne ha fatto menzione, per lasciar abbrustolire l’immaginazione di massa sulla griglia a fuoco lento della convinzione d’un danno ingente alla Russia, nell’area sacra di Sebastopoli. Ed infatti, intorno alla mezzanotte e allo spazio di tempo che precede l’alba del 24 settembre, la Russia scatena una raffica di missili da crociera – presumibilmente Kh-50 a bassa osservabilità – sull’aereoporto di Kremenchug, ovvero, il sito di lancio dell’attacco missilistico ucraino contro la Crimea\Sebastopoli. Secondo fonti turche, gli Storm Shadow custoditi nella base aerea ed i bombardieri Su-24M\MR responsabili dell’attacco a Sebastopoli, sono stati distrutti, e si sarebbero presumibilmente registrate vittime tra il personale militare, che si occupava della manutenzione delle attrezzature. Una delle curiosità più notevoli di questi eventi a catena, riguarda però un’icona sacra che era custodita nell’edificio di Sebastopoli precedentemente colpito dalle forze armate ucraine, coordinate dall’alleanza atlantica. Si tratta di un dipinto che raffigura l’ammiraglio russo Fyodor Ushakov, eroe del XVIII secolo. Dal XXI secolo, egli è venerato come un santo della chiesa ortodossa ed è patrono della Marina russa e dei Bombardieri nucleari. Fu supervisore della costruzione, nell’età velica, della base navale di Sebastopoli e del porto di Kherson dopo l’annessione della Crimea da parte dell’Impero russo. Partecipò agli scontri con gli Ottomani, sconfisse i francesi, i britannici, e fu protagonista degli assedi alle loro roccaforti fino alle basi militari di Ancona e Genova, e all’assalto via mare di Napoli e Roma.   Non venne mai sconfitto nelle sue imprese, e, per questa ragione, fu denominato “l’Imbattibile”. La cornice in legno del dipinto è rimasta danneggiata, si è incendiata dopo il colpo assestato dal missile Storm Shadow americano, ma miracolosamente la tela e il disegno sono intatti, senza nemmeno una bruciatura o scalfitura di sorta.  Il governatore Razvozhaev, intravedendoci un significato divino, ha così invitato la Chiesa ad organizzare una processione religiosa a Sebastopoli per il giorno 15 ottobre 2023, in memoria del comandante che rappresenta simbolicamente, a questo punto, la protezione del cielo alla città. Sul dipinto in questione, recuperato nell’incendio, svetta a tutta altezza la sagoma elegante di tale signor Ushakov, che regge in una mano una pergamena con iscrizione interna; l’altra mano è nascosta dietro il foglio di papiro sovrapponendosi alla spada intarsiata che si intravede emergere timida e minacciosa sotto il lungo mantello scuro. Il capo del comandante è avvolto dall’aureola da Santo mentre dinanzi a lui pendono, rette da una catenella, suppellettili e simbologie che riprendono dettagli militari della marina russa e religiosi; tutto il corpo splende d’una luce che ricorda le fiamme corpose e raccolte delle candele accese; gli stivaloni neri poggiano sul robusto frangionde d’uno scoglio di mare, che apre il sipario breve e fresco della scena marittima di Sebastopoli. Alle spalle dell’eroe si espande, infatti, uno squarcio di paesaggio della base navale a lui cara e s’intravedono navi della flotta, con la bandiera bianca a croce blu diagonale che svetta, simbolo dell’ordine a lui dedicato.

Non urlino vittoria, quindi, gli ucraini per tanto poco! Lo spettacolino del fuoco d’artificio d’un attimo, è stato talmente piccolino dinanzi alla grandezza di Sebastopoli e del percorso storico di questo luogo, che anche il Santo ha voluto inviare il suo messaggio di monito. La cornice del dipinto, bruciata, rappresenta il contorno superfluo delle azioni militari ucraine che non sono riuscite affatto a colpire il cuore e i punti strategici e vitali della città e della flotta. L’integrità della tela su cui è poggiato il Santo, ricorda loro che ivi è la sua protezione benedetta e che qualsiasi cosa l’Occidente intenti per distruggere ciò che il comandante in vita creò, fallirà. Falliranno, perché Ushakov è imbattibile, ed è lì, vivo, nel ricordo patriottico e granitico della sua gente!   Così, anche la fake news, diramata in fretta e senza accertarsi dai maggiori mass-media occidentali – anche italiani, e ne è un esempio la testata giornalistica “Open” che avrebbe addirittura intessuto un’analisi approfondita sull’importanza d’aver ucciso nell’esplosione uno dei membri più significativi della flotta russa – sulla morte dell’ammiraglio della flotta del mar Nero, Viktor Sokolov, fa quasi sorridere per l’ingordigia di cui ci si ciba come “ugolini nella torre”, dei propri resti di dignità ed onestà intellettuale. Il signor Sokolov, dato per morto dalla stampa sotto depistaggio del regime di Kiev, dopo l’attacco ucro-atlantico all’edificio di Sebastopoli insieme a diversi altri colleghi militari che invece sono ancora vivi e vegeti, è apparso miracolosamente in pubblico durante la messa in onda d’un briefing mattutino di Sergei Shoigu, ed era normalmente seduto alla propria postazione d’ascolto. E chissà, se parteciperà ad ottobre anche alla cerimonia religiosa in memoria del santo protettore Ushakov, l’’Imbattibile’, che lo ha “risorto”!              

5 ottobre 2023 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv

 

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