LE PROVOCAZIONI NUCLEARI DI VOLODIMIR ZELENSKYJ

TERRORISMO: L’ARMA DI WASHINGTON QUANDO STA PER PERDERE LA GUERRA

LE PROVOCAZIONI NUCLEARI DI VOLODIMIR ZELENSKYJ. TERRORISMO: L’ARMA DI WASHINGTON QUANDO STA PER PERDERE LA GUERRA!

– di Paola Mora

Un articolo provocatorio e propagandisticamente costruito del 1° luglio 2023 pubblicato sull’’East Journal‘, riporta come titolo in prima pagina l’affermazione: “Zaporizhzha, a poche ore dalla catastrofe”. All’interno, si racconta come il capo dei servizi militari ucraini Kyrylo Budanov abbia annunciato una scoperta dei propri servizi di Intelligence, che riguarda la sedicente pianificazione dei russi volta a far saltare in aria la nota centrale nucleare. Sempre secondo la pubblicazione, i dipendenti della ‘Rosatom’ ivi impiegati, sarebbero stati costretti a firmare un accordo con i russi con cui pattuiscono di lasciare le postazioni lavorative entro il 5 luglio. Affermazione smentita immediatamente dal Cremlino, che delucida in una nota come solo due dipendenti, causa ferie estive, si sono organizzati temporaneamente per una pausa.

Le radiazioni, secondo l’articolo, sarebbero difatti l’ultimo mezzo rimasto ai militari russi, perdenti nella guerra contro l’Ucraina’, per evitare l’avanzata delle forze armate di Kiev verso la Crimea. Questa pubblicazione giornalistica campata in aria che verte su dichiarazioni date in pasto alla stampa dalle intelligence occidentali, serve a instillare il sospetto che la Russia sia realmente interessata a sbarazzarsi della centrale. La traballante tesi ucraina però non regge, né descrive la realtà dei fatti. Il perimetro territoriale ove è costruita la centrale energetica è una conquista dei russi, che vi si sono impiantati, e ne detengono il controllo provvedendo alla messa in sicurezza e gestione (con periodiche ispezioni da parte della AIEA di cui è a capo Rafael Grossi, nel verificarsi di cui non si è mai riscontrata alcuna irregolarità o presenza di vettovaglie militari sospette). Uno stanziamento di militari russi a ridosso della centrale, è di guardia a causa del fatto che da tempo, le forze armate ucraine tentano di bombardare il sito energetico come provocazione per riprendersi il territorio, avanzare, consapevoli che la presenza di uno stoccaggio anche di scorie nucleari, è utile a minacciare l’avversario e non solo.

Ricordiamo anche che Kiev è monca al momento delle armi a lungo raggio che Washington si è rifiutata di concedere, ma grazie cui potrebbe più facilmente e con precisione colpire la centrale di Zaporizhzha nella  parte strutturale esterna più fragile, di immagazzinamento delle scorie; ma per le quali armi, negli ultimi giorni si sta contrattando paradossalmente l’invio con gli alleati aumentando i pericoli di escalation.  In secondo luogo, l’Ucraina ha fallito nella sua decantata ‘offensiva’, tanto che lo stesso presidente ucraino Volodimir Zelenskyj si è lasciato sfuggire la frase secondo cui: se Kiev non riesce a sfondare le linee nemiche, la colpa dei mancati risultati che potevano garantire all’Ucraina un passpartout per l’ingresso alla NATO, è della lentezza con cui arrivano gli aiuti dai paesi occidentali.

Il fatto che si propagandi ultimamente, con insistenza, il “finto attacco russo a Zaporizhzha”, è propedeutico all’attentato che la Kiev militare sta preparando, sostenuta da alleati distinguibili dagli altri per il fatto che partecipano direttamente a reggere il filo della narrativa. Qualunque modo gli ucraini possano aver trovato per innescare l’allarme delle radiazioni nucleari, il che riguarda presumibilmente anche la creazione di una ‘bomba sporca’, come denunciato dagli specialisti della Russia in passato, il propagandismo su una minaccia che da parte della Russia non c’è, serve, tra le altre cose, a provocare  reazioni di terrore ed incertezza soprattutto tra le fila di  chi è reticente ad armare ancora Kiev o a sanzionare Mosca, anticipando l’immaginazione di uno scenario catastrofico; è efficace, inoltre, a lasciar marcire una goccia alla volta i cittadini ucraini nella rassegnazione alla catastrofe, preparandoli psicologicamente a vivere in stallo di  emergenza, e forse, si tenta di spaventare lo stesso personale che lavora in Zaporizhzha, sperando così che abbandoni il proprio posto di lavoro,  reggere il moccolo della propria menzogna spifferata ai giornali, e portare a termine con meno ostacoli e più verosimilmente il piano.

È evidente, che il conflitto ucraino finanziato in malo modo dall’Unione europea e dagli Stati Uniti, non ha dato a Kiev i frutti sperati. Il rimedio di creare una “seconda Bucha” a Zaporizhzha, potrebbe infatti modificare gli scenari, spingere gli attori sullo scacchiere mondiale ad atteggiamenti  differenti, riprendere in mano solo apparentemente le redini scatenando nulla altro che l’ulteriore escalation del conflitto, giustificare la necessità di dover ricevere ulteriori aiuti in virtù di una situazione drammatica che ha colpito l’Ucraina, provare a mettere all’angolo la Russia colpevolizzandola, o spingersi verso un temporaneo congelamento del conflitto utile al riarmo (l’Ucraina ha finito le munizioni); tutto è in linea con le metodologie criminose che fanno capo alle ideologie di matrice anche nazista.

L’Apocalisse nucleare in Ucraina coinvolgerebbe anche l’Unione europea, coadiuverebbe gli sforzi globali ad innestare un asset di militarizzazione dei territori con normative sanitarie limitanti le libertà personali. Se da un lato, il fallimento dell’offensiva ucraina stava spingendo gli alleati ad abbandonare Zelenskyj e le sue farneticazioni, la password Zaporizhzha (e/o radiazioni nucleari), convincerebbe l’UE ad aprire ancora il portafoglio e gli arsenali a Kiev per il prossimo futuro, oppure, in un’altra ipotesi sullo sviluppo dei fatti, l’intervento militare degli alleati in Ucraina in missione di pace e non, potrebbe essere richiesto ed esaudito.   

I reattori nucleari di Zaporizhzha, al momento, non funzionano a pieno regime non per danneggiamenti ma volutamente, per ragioni di precauzione, dal momento che le forze armate ucraine proseguono con i bombardamenti in quella direzione e la centrale, risente del precedente attacco alla diga di Kakhovskaia che ha innescato sbalzi elettrici e potrebbe rendere difficoltosa la gestione degli impianti di raffreddamento

(anche se non è detto, poichè fortunatamente la centrale è stata costruita rigorosamente e per sopportare il più possibile le gravi evenienze. Inoltre, la desertificazione di aree chiave sopravvenuta per il riversamento delle acque ed il cambiamento della morfologia geografica, potrebbero avvantaggiare i soldati di Kiev nei tentativi di attraversare gli spazi nell’avanzamento, per addentrarsi all’interno evitando il fuoco nemico. 

Negli ultimi giorni, con ossessività, il governo di Kiev prepara i cittadini all’apocalisse nucleare, ed i propri militari allo scenario radioattivo, attraverso esercitazioni a tema che si svolgono, ad esempio, oltre che in Ucraina anche in Germania o Inghilterra – nonostante non vi sia alcuna minaccia reale che riguardi una iniziativa russa di stampo criminoso, da Zaporizhzha. E, non ultima cosa, sono state effettuate senza ragione alcune evacuazioni nella regione di Nikopol, in distretti a 16 km dalla centrale nucleare, documentate ufficialmente.  Nella mattinata del 2 luglio, il presidente Zelenskyj ha tenuto un discorso in diretta social all’uscita da un’altra centrale nucleare, quella di Rivne nella parte occidentale al confine con la Bielorussia paventando una minaccia ulteriore anche in quella location. Precedentemente, ha tenuto una riunione al quartier generale del Comandante Supremo col ministro degli affari interni dell’Ucraina, col comandante Sergey Naev, col capo del confine di Stato Sergey Deineko e comandante della Guardia nazionale Yuri Lebed. All’incontro hanno partecipato anche il presidente della società ucraina ‘Energoatom’, Pyotr Kotin e il direttore Pavel Kovtonyuk. Recentemente, in concomitanza con “l’ammutinamento del capo Wagner Prigozin”, il presidente Lukaschenka ha parlato di un tentativo di provocazioni da parte di Kiev e della Polonia, sulle linee di confine bielorusso, situazione monitorata dal KGB.           

Un altro particolare interessante, è che dell’ultimo pacchetto di aiuti da parte dell’Italia destinati all’Ucraina, per indiscrezione, è stato reso noto alle testate giornalistiche l’invio di attrezzature, tute, strumenti che hanno a che fare con i disastri nucleari.

Il 3 giugno 2023 il Ministro della difesa italiano Guido Crosetto presenta il piano per il 7° invio di aiuti militari. A quanto si è appreso, tra il materiale inviato ci sono i sistemi per la difesa antimissilistica ma anche equipaggiamenti contro il rischio NBCRovvero nucleare, biologico e radiologico, e in ultimo, munizioni. Il tipo di contenuto degli aiuti da parte dell’Italia è secretato, non è dato sapere in cosa consista nella totalità, tranne che per via di annunci parziali veicolati nel possibile dal governo in carica. All’interno del settimo pacchetto si presumeva anche l’inserimento strategico del fatidico sistema di difesa antiaereo Samp-T (a lungo raggio), in comunione di intenti con la Francia di Emmanuel Macron. L’annuncio dell’arrivo a destinazione della merce è stato comunicato sinergicamente durante l’ultima visita del premier Giorgia Meloni all’Eliseo, il 20 giugno, all’assemblea del ‘Bureau International des Expositions’ mentre parlava ufficialmente della candidatura della città di Roma all’expo 2030. 

Per cui, qualora Kiev porti a termine l’attacco terroristico – preannunciato da più dettagli dissonanti della narrativa – alla centrale nucleare di Zaporizhzha o per mezzo della famigerata bomba sporca, l’Italia si sarebbe resa complice del piano di un crimine.

Tutto porta a credere che, la centrale nucleare di Zaporizhzha, si stanno preparando per farla saltare in aria. Non è un’invenzione remota ma una quasi certezza matematica se consideriamo che: gli Stati Uniti d’America, quando non sono in grado di vincere le guerre, si avvalgono di chi la serve per provocare terrorismo. La colpa di questa azione si cercherà di riversarla sull’esercito russo come da narrativa, ricordiamo bene la bugia di Belgrado o quel che è accaduto in Iraq. Sebbene finalmente, a livello popolare, non ci si creda più fino in fondo alle menzogne americane, esse persistono nell’ essere imboccate ai cittadini e sostenute dalla politica che ne trae beneficio, perché ciò che conta è avere dei motivi di circostanza efficienti per portare a termine il piano, guadagnarci a livello economico pregni delle coperture che offre la corruzione delle istituzioni ed organizzazioni finanziarie interessate, lavarsene infine le mani scaricando il barile. Fondamentalmente, la dittatura tecnocratica globalista si sfama delle “emergenze” per deprimere le libertà, sorvegliare, controllare un paese mentre lo si depreda o lo si svende a terzi per un guadagno coatto, o per ripagare i vecchi debiti. In svendita non è però solo l’Ucraina in questa guerra, ma anche l’Europa stessa che viene smantellata pezzo per pezzo. Gli USA hanno allungato le mani sulle nostre proprietà occupate militarmente dalla NATO, ed in accordo con i “non eletti della Commissione europea” privano i singoli stati della propria sovranità trasferendola ad un unico capobanda che si avvale di leggi distopiche, minacce, ritorsioni, affinché tutto sia propedeutico a trasferire il potere decisionale dal popolo, che dovrebbe esercitarlo attraverso il parlamento, a se stesso. Il terrorismo è la sola arma con cui si può svolgere il gioco, perché le guerre sono troppo più “oneste” dell’attentato, quando stai per perderle.               

2 LUGLIO 2023 – PAOLA MORA – QUIRADIOLONDRATV

 

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