DISCUSSIONE E INTERVISTA COL DOTT. SANDRO SANVENERO SUL PERIODO STORICO CHE STIAMO VIVENDO TRA METODO, POLITICA SANITARIA E GLOBALISMO – PRIMA PARTE

LA POLITICA SANITARIA E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

DISCUSSIONE E INTERVISTA COL DOTT. SANDRO SANVENERO SUL PERIODO STORICO CHE STIAMO VIVENDO TRA METODO, POLITICA SANITARIA, E GLOBALISMO – PRIMA PARTE

LA POLITICA SANITARIA e L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE 

L’intervista al Dott. Sandro Sanvenero, via telefonica, ha occupato un mio pomeriggio a base di tanto caffè e attenzione nell’udito, che si è protratto oltremodo per merito della moltitudine di informazioni di cui mi ha appesantita nel rendermene partecipe e che, aprendo l’orizzonte alle soluzioni possibili per sanare questo tempo convulso, mi sono sembrate tuttavia leggére da diffondere attraverso la scrittura. Non resta che divorare questa discussione (divisa in due parti) fino in fondo alla fine, fino al baratro dopo cui si intravede la luce fuori dal tunnel, perché c’è da stupirsene anche per chi non è ferrato nell’argomento politico-sanitario in sé.

Un breve indizio su chi sia il protagonista di questa intervista, lo accenno al lettore raccontando una vicenda in cui si è distinto recentemente. Sandro Sanvenero, cittadino della nota località bagnata dal mar Ligure e in veste di Presidente dell’Albo degli Odontoiatri della Spezia, decide nel 2022 di non procedere alla sospensione dei professionisti sanitari che non avevano accettato l’imposizione dell’obbligo vaccinale, e deposita la documentazione scientifica su “quel prodotto che non protegge dal contagio, ed all’inverso espone a maggior possibilità di contrarre l’infezione”. Il Dottore, si fece promotore anche d’una lettera rivolta all’attenzione dei colleghi dell’Ordine in cui esortava ad adempiere al proprio ruolo da cui si stavano distaccando, a discapito della salute pubblica. Ne è nata una vicenda giudiziaria nel momento in cui la Commissione Albo degli Odontoiatri della Spezia, lo sfiducia dalla carica di presidente per non aver ottemperato alle sospensioni previste dalle normative. Lui, il Dottor Sandro, comincia a raccontarsi così:   

“Sono stato eletto per la prima volta nel 1999, nell’Ordine dei Medici sulla mia provincia, La Spezia, pur non essendomi mai candidato, probabilmente perché parlavo nel corso di riunioni. Anzi, a dire il vero, io sono uno che non sta mai zitto neanche se mi metti un tappo in bocca e quindi, intrattenendomi nelle assemblee a parlare, negli ultimi due anni, se ne sono accorti tutti. Senza volerlo, anche per questa mia caratteristica, ho ricoperto dei ruoli all’interno della ‘Federazione Nazionale Ordine dei Medici’. Gli ordini delle professioni sanitarie e in primis l’Ordine dei Medici ha un enorme impatto sulla politica sanitaria, e questa infatti è la mia battaglia!”. Tale battaglia di cui il dottore parla, che interessa la tutela della salute del cittadino, può essere compresa se ci si spinge alla condiscendenza di cosa sia la ‘politica sanitaria’.

Sandro Sanvenero spiega come l’Ordine dei Medici sia ‘metodologico’, nonché, prosegue, “l’unico che include i soggetti abilitati a fare la diagnosi differenziale per impostare i percorsi diagnostici dei pazienti, mentre, l’esecuzione della terapia può essere svolta anche da altri professionisti sanitari ad esempio infermieri, ostetriche, l’igienista dentale, e così via! Fondamentale però è questo: determinare quale sia la patologia di una persona, e, quindi, quale sia la terapia è una esclusività che appartiene all’iscritto negli albi dell’Ordine dei Medici, il quale, agisce come organo sussidiario dello Stato”. Il Dottor Sanvenero è sostenitore e cultore di questa parola, ‘sussidiario’ che definisce ‘magica’ e a cui tiene particolarmente essendo fondamentale per i membri dell’Ordine dei Medici. 

“Mi spiego! Il ‘sussidiario’ si può sostituire al ‘principale’. Gode di autonomia ed è vigilato ma non controllato, e men che meno comandato dal Ministero della Salute, e concorre con altri organi dello Stato perché: è un pezzo dello Stato, è interno all’organizzazione dello Stato, e concorre con gli altri pezzi dello Stato nello studio ed attuazione dei provvedimenti. Oltre che all’interno dello Stato con gli altri a concorrere, dovrebbe poi garantire l’autonomia e l’indipendenza nello svolgimento della professione, che non è solo una questione di etica. L’Ordine dei Medici deve garantire che il singolo medico sia libero di esprimersi ed attuare ciò che ritiene corretto per quel paziente che ha davanti. Per trasposizione, è come se avesse lo stesso compito cui adempie il Consiglio Superiore della Magistratura, cioè proteggere il giudice che deve essere libero e autonomo nella sua sentenza, senza condizionamenti. Non può un cittadino avere giustizia se il giudice a cui si rivolge non è libero di decidere. Per legge, l’Ordine deve garantire l’autonomia e l’indipendenza ed anche ‘insorgere’ nel momento in cui un qualunque soggetto, fosse anche lo stesso Ministero della Salute, pretende che un medico si debba attenere per forza ad un percorso obbligato privandolo, di fatto, della decisione finale ed ultima di ciò che è corretto fare per quel singolo e specifico paziente. L’Ordine dei Medici non lo ha fatto, e da qui parte la mia presa di posizione”.

La mancanza di autonomia del medico ha caratterizzato, infatti, tutto il periodo pandemico sabotando la medicina territoriale e provocando disagi di vario tipo. Chiedo quindi al dottor Sanvenero se, di questa situazione problematica all’interno delle politiche sanitarie per cui i medici vengono privati della loro autonomia, ci fosse sentore già negli anni precedenti oppure se si sia verificata improvvisamente. Mi risponde attraverso un esempio storico. 

“Lei deve immaginare che la situazione è diventata così come nel ‘liceo di Aristotele’, che è attualmente finito in maniera tragicomica…in DAD”.

Il fatto che il Dott. Sanvenero accenni al giardino peripatetico ove gli studenti ‘passeggiavano’ confrontandosi, riporta alla letteratura classica su Aristotele cui successe Teofrasto e di seguito Stratone, fino all’atto predatorio di Filippo V di Macedonia. Da qui, lo smembramento definitivo della tradizione peripatetica – che si occupava di ‘conoscenza’ e ricerca anche scientifica – alimentato ulteriormente dal fuoco di quel Silla che conquistò Atene comandando che la biblioteca aristotelica fosse trasferita a Roma. Lo sfacelo del liceo (che Aristotele aveva preso in affitto) fu possibile con la morte di Alessandro Magno – che lo finanziava – e attraverso la rivalsa e l’odio che indusse promotori di ideologie improprie, a condannare Aristotele per il suo legame con la Corte, sicché fu costretto a fuggire da Atene. Tornando a quell’Ordine dei Medici deragliato come un treno dal suo binario, il Dottor Sanvenero imponendosi con scandito timbro di voce, accurato di grammatica, procede a dirmi, mentre io sorseggio il primo caffè.

“Per risponderle più precisamente, è finita in maniera tragicomica alla parata del 2 giugno 2022 quando i vertici delle professioni sanitarie hanno sfilato assieme ai militari. I militari, infatti, prendono ordini; ma se c’è una categoria a fianco di quella dei giudici che non può prendere ordini da chicchessia, sono proprio i sanitari perché devono essere liberi nella loro responsabilità. Per questo, oggi assistiamo ad un eccesso di contenziosi tra cittadini e medici, che però è legato alla problematica precedente. Il medico fa quello che è in grado e nella possibilità di fare, con i mezzi che ha, in una situazione attuale di congestione per cui la gente non si sente tutelata, e la colpa ricade su chi è in prima linea. Il problema, è che il sistema vuol portare al crollo della sanità pubblica”.

<<Insieme per la difesa della Pace>> fu, infatti, lo slogan scelto per la Festa della Repubblica italiana del giugno 2022. Le istituzioni sanitarie, per la prima volta nella storia, sfilarono con le forze armate nel visibilio di quei cittadini che, terrorizzati dalle politiche di comunicazione, vedevano in essi dei ‘salvatori’ senza accorgersi che la categoria sanitaria aveva perso tutto il potere, la credibilità, il ruolo. Come mi fa notare il Dottor Sandro, l’avvicinamento della figura del medico alla subordinazione del soldato, si evince dal fatto che la categoria sanitaria avendo pedissequamente obbedito a protocolli obbligati dal Covid in poi, senza libertà di esercizio della professione, aveva svenduto a ideologie senza metodo la propria autonomia. Chi, infatti, non eseguiva gli ordini cercando di operare in scienza e coscienza, è stato punito con la radiazione o sottoposto a varie ritorsioni, come il soldato indisciplinato che viene mandato a pelar patate in cucina. Molte morti nel 2020, fino ad oggi, potevano essere evitate se i medici avessero fatto i medici. Coloro che hanno avuto il coraggio di svincolarsi dal protocollo, corrispondono a chi ha salvato più vite che poteva in un meccanismo sanitario che non permetteva di farlo, a partire dalla necessità delle autopsie. In parte, i conflitti di interesse con le case farmaceutiche e il business delle nuove tecnologie, prevaricano il buon senso all’interno delle istituzioni sanitarie. 

Gli chiedo allora un parere sulle capacità del settore sanitario di saper gestire realisticamente l’avanzare di alcune tecniche ultramoderne, tra cui l’intelligenza artificiale. Oggi, si sostiene che il suo utilizzo abbrevia i tempi di ricerca e ‘riduce i costi’. A questa velocità apparentemente conveniente, però potrebbe non corrispondere la capacità dell’AI di prevedere, ad esempio, gli effetti avversi di un farmaco. Il signor Sanvenero mi risponde, mentre sono alle prese col secondo caffè, dato il protrarsi della nostra conversazione.   

“L’emozione, parto da qui per rispondere, è differente da un individuo all’altro. Persone che guardano la stessa cosa hanno sensazioni diverse, e questa è l’intelligenza, che ha a che fare col patrimonio genetico, cioè, siamo differenti! L’intelligenza artificiale non è intelligente, e quindi, non sarà mai in grado di poter sostituire l’uomo. Non sarà mai intelligente, non potrà mai avere un pensiero inteso come emozionale”, afferma. 

Sugli effetti avversi, mi fa notare come essi non sono prevedibili ma determinabili attraverso il fattore ‘tempo’.   

Se c’è una cosa che proprio non è scientifica, è la biologia. Lei non potrà mai prevedere cosa accadrà in futuro, per cui deve avere necessariamente una cosa che si chiama ’tempo di osservazione’. Ed esso, non è contenibile, perché solamente il tempo di osservazione ha reso possibile verificare gli effetti avversi che si manifestano per qualsiasi tipo di farmaco. Ci vogliono mesi per arrivare a stabilire un effetto avverso. È il caso dei vaccini a RNA che hanno provocato nel tempo miocarditi e pericarditi e che solo ultimamente si sta scoprendo l’effetto che hanno sull’attività riproduttiva dell’essere umano maschile e femminile”. 

Lui specifica, inoltre, che quelli a RNA messaggero non sono neanche vaccini ma “è stata cambiata la definizione affinché rientrassero in questa categoria ed in modo che potessero usufruire di un ‘algoritmo sugli effetti avversi’, di un certo tipo. Per vaccino, infatti, si intende una sostanza inerte nel corpo che stimola il sistema immunitario alla reazione sia umorale che cellulare: entrambe dovrebbero determinare l’immunità. Quello a RNA messaggero non è inerte e non si tratta neanche ‘propriamente di farmaco’ poiché ha necessità di interagire con la cellula per diventare ‘attivo’, ed in sintesi, ‘si stimola il corpo umano, con questo segnale attivo, a divenire esso stesso il produttore del farmaco’”.

Sulla base di questo, chiedo al Dottor Sanvenero se indurre il corpo alla produzione di una proteina artificiale, nel tempo, può danneggiare le funzioni del sistema immunitario naturale. 

“E’ estremamente noto che se vado a stimolare continuamente una funzione, a lungo termine otterrò un effetto opposto all’azione che si intendeva ottenere utilizzando quella sostanza. Scientificamente, lo vediamo con farmaci comunissimi, tipo i vasocostrittori nasali: l’uso continuativo aumenta, anziché diminuire, la congestione nasale. Lo stesso effetto appare con il farmaco a mRna, ed inoltre, la proteina Spike ‘è il problema’ perché sto chiedendo al corpo di produrre una sostanza tossica”.

Ma si può parlare di mutazione nel caso dei farmaci a RNA dal momento che: trasformano, mutano qualcosa del corpo in una ‘fabbrica di farmaci’? Gli chiedo quando, scientificamente, si può parlare di mutazione genetica e quando no. E lui mi risponde:

 “Dunque, una mutazione è innanzitutto specifica, e prevede il cambiamento di un patrimonio genetico che in vitro è stato dimostrato su cellule epaticheIn vivo, invece, non è mai stato studiato proprio per il fatto che le dicevo prima: perché l’RNA lo fanno rientrare erroneamente nella categoria vaccini, ovvero, si riferisce ad una sostanza che si presuppone ‘inerte’ ed in realtà in questo caso non lo è. La categoria vaccini ha un percorso estremamente semplificato, cosa che non avviene con la categoria ‘farmaco’ che è previsto venga assorbito dal corpo, prodotto, e poi espulso ‘in quanto attivo’. Il vaccino è un inerte. La definizione di vaccino è stata cambiata negli ultimi tempi per far rientrare anche questi prodotti a RNA in quella categoria e semplificare le procedure di controllo. Noi, adesso, ci troviamo di fronte a questo farmaco di cui non abbiamo alcun segno che garantisca la protezione dall’infezione, né che salvi la vita, ma si ritiene possa ridurre la possibilità di ammalarsi in futuro”.

Si conclude così la prima parte dell’intervista al Dottor Sandro Sanvenero, che introduce il concetto di ‘politica sanitaria’ senza la conoscenza di cui, diventa complesso per il cittadino medio individuare i percorsi e gli ingranaggi fondamentali della Costituzione che poggia sull’enunciazione dei diritti fondamentali dell’uomo, oggi violati! La sintesi, è nell’autonomia del medico che appartiene all’Ordine a riferirsi ad ogni singolo paziente, ed è nella sussidiarietà con cui concorre con gli altri organi dello Stato, occupandosi anche della tutela e garanzia che il medico possa essere libero di esprimersi ed agire in modo autonomo, secondo scienza e coscienza. Il mancato rispetto ha impedito una corretta gestione sanitaria, avvantaggiando il mostro del business a discapito della salute del cittadino. 

16 maggio 2023 – Paola Mora – Qui Radio Londra TV 

 

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