CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIZHZHYA, LA PIU’ GRANDE D’EUROPA: QUELLO CHE NON CI DICONO

I DUBBI SULL’ENTITA’ REALE DEI DANNI DI UN INCIDENTE NUCLEARE A ZAPORIZHZYA E I CONFLITTI DI INTERESSE DI CHERNOBYL

I DUBBI SULL’ENTITA’ REALE DEI DANNI DI UN INCIDENTE NUCLEARE A ZAPORIYZHZHYA.

Una domanda di Max Massimi, mente fervida della redazione di QRL CHANNEL, ha scosso la mia curiosità epocale e mi sono attivata a condurre alcune ricerche sulle centrali nucleari tornando anche indietro nel tempo alla tragedia di Hiroshima e Chernobyl.

La domanda era questa: “Perché il Presidente di Russia Vladimir Putin è così tranquillo? Perché sono tutti così calmi? Gli Ucraini stanno bombardando la centrale di Zaporizhzhya e Putin non dice niente, non fa un comunicato. Russi e Ucraini stanno facendo la guerra lì davanti e nessuno è allarmato”.

In effetti, ad essere allarmata è solo la stampa di regime ed anche i canali Telegram di chi si lascia rapire dalla suggestione di un disastro come quello di Hiroshima. La stampa e tutti i mass media, allertano i popoli nell’evenienza di un inverno nucleare, ripropongono le immagini di Hiroshima o Chernobyl ogni volta che si tocca l’argomento. Ma la realtà quale è? Pensateci!

La realtà è che l’allarme pubblicitario a mezzo stampa e televisione, non rispecchia lo stato d’animo e le azioni né europee, né russe. Nel senso che se veramente ci fosse questo grande pericolo per il mondo e per mezza Europa, i governatori europei e lo stesso leader del Cremlino non vegeterebbero immobili, prenderebbero iniziative personali, parlerebbero di negoziare e ne farebbero una tematica di punta. Invece accade che anche la stampa si perde dietro i titoli degli attacchi alla centrale, mentre i politici si soffermano sulle elezioni, sui BRICS, sull’emergenza energetica, sull’invio di armi e miliardi ulteriori a Kiev. Il pericolo nucleare esiste come una rana nella pentola che sta per saltare, ma nessuno va ad abbassare la fiamma del gas. Eppure, deve esistere una ragione per cui qualcuno attacca la struttura e ci si è incaponito mentre qualcun altro, dopo essere stato attento a non danneggiarla quando la ha occupata, oggi resta a difenderla.

Le parole di alcuni esponenti della Duma e portavoce del Cremlino condannano le azioni di Kiev, e lo fanno con tutte le ragioni poiché a prescindere dalla reale entità del danno provocato da esplosioni, attentare ad una centrale nucleare rimane un crimine ed una follia. Si scherza col fuoco sapendo di poter determinare momenti di caos in più territori, perdite che riguarderebbero i civili, la situazione potrebbe sfuggire di mano anche in contesti a prova di sicurezza. Si tratta pur sempre di radiazioni che andrebbero tenute sotto controllo nel caso di un impatto. Ecco perché l’Occidente dovrebbe contribuire a lanciare un ammonimento al Presidente Volodymyr Zelenskyj.

Vasilij Nebenzia, rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, ha recentemente espresso disappunto per l’incuranza occidentale sulla vicenda di Zaporizhzhya per cui nessuno ha il coraggio di condannare le provocazioni di Kiev. Su questo punto siamo tutti concordi, ci sono invece delle stonature nella narrazione mediatica sui pericoli legati alla centrale nucleare.

Dobbiamo comprendere che la questione non riguarda una conseguenza violenta come quella di Hiroshima o l’implosione di Chernobyl, al massimo ci sarebbero da gestire i blackout che potrebbero innescarsi con una interruzione della funzionalità complessiva della centrale, anche senza il verificarsi di un rilascio di scorie radioattive. Che la centrale smetta alcune funzioni, non vuol dire che debba per forza esplodere se i sistemi di sicurezza offrono margini di vantaggio. Ed inoltre, non può esplodere!

Come sappiamo, i russi hanno preso il controllo della centrale da diverso tempo e ci fu un momento in cui in seguito ad una offensiva russa si parlò nei mass media: di una oscillazione di radiazioni. Fu chiarito che l’esercito russo non aveva assolutamente preso di mira direttamente la centrale, bensì un territorio negli avamposti convenzionali, distante da essa e lontano dagli avamposti critici. Fu chiarito anche che l’oscillazione era nei parametri, non vi era pericolo e non si era verificata alcuna modifica preoccupante. Oggi, la situazione è opposta. I russi si trovano a baluardo della centrale e la difendono, dopo averla precedentemente già occupata; la stampa occidentale mente, affermando che siano gli stessi russi a bombardare ma questo è umanamente impossibile, una pagliacciata totale. Non possono auto-bombardarsi, per giunta all’interno delle maglie di una centrale nucleare. Sarebbe da imbecilli e nessun imbecille al mondo lo farebbe egli stesso! Kiev, al contrario, lancia provocazioni alla centrale di Zaporizhzhya rischiando di danneggiarla, insistendo sull’obiettivo, e questo preoccupa non poco l’opinione pubblica e la popolazione che vive in quel raggio di chilometri.

Ora, premettiamo che un missile caduto su una struttura comporterebbe sempre danni o vittime nei pressi, ma nel caso di Zaporizhzhya l’impatto non distruggerebbe il resto d’Europa, al contrario si giocherebbe la partita sulla perdita di radiazioni.

Perché? Lo spiego. Intanto, una deflagrazione di ‘quella centrale specifica’ non corrisponderebbe mai alla bomba di Hiroshima, tantomeno a Chernobyl. Riporto i punti principali che, sfogliando sul web, vengono ripresi anche da professionisti nel settore ed esperti e che, se sfogliamo gli ultimi documenti rilasciati sulla situazione di Zaporizhzhya dalla AIEA o da ingegneri nucleari, ci informano tutti della stessa dinamica in caso di attacchi missilistici, schianti, ecc.   

1)     Una centrale non può fisicamente scoppiare come una bomba. L’Uranio in una centrale nucleare ha un grado di arricchimento di un 3/5%. Per fare una bomba serve uranio arricchito al 90%. Quindi, semmai qualcuno riuscisse a far esplodere un punto sensibile di Zaporizhzhya, non otterrebbe mai il risultato di Hiroshima, se non danni all’immediato circostante.

2)     Le centrali nucleari sono a prova di missile, in particolare la struttura chiamata ‘nocciolo’. Per riuscire a provocare un danno irreparabile dovrebbero usare missili anti-bunker e, anche in quel caso, non è detto che arriverebbero allo scopo. Anche colpire la centrale, non danneggerebbe necessariamente i reattori. E’ necessario, per dichiarare un allarme reale di radiazioni, che venga colpita la zona sensibile dell’edificio.

3)     I reattori di Zaporizhzhya non sono uguali a quelli di ChernobylChernobyl funzionava con reattori RBMK mentre quelli di Zaporizhzhya sono dei VVER1000, i sistemi di sicurezza migliori al mondo. Essi non dipendono dalla manutenzione umana, né da un computer, ma da leggi fisiche. Per cui, in caso di esplosioni o altro, ‘fisicamente’ avverrebbe un processo di messa in sicurezza immediato, che scongiurerebbe una tragedia. Per assolvere alla fuga di materiali radioattivi nell’ambiente esistono 4 livelli di barrierepellet di combustibile, barre di combustibile resistenti a calore e pressione, Vessel (recipiente d’acciaio), edificio del reattore (edificio di contenimento che a sua volta racchiude tutto il circuito primario e resiste alla stessa pressione presente nello strato primario). Nei reattori di Chernobyl, RBMK, il moderatore era in grafite infiammabile e il reattore non aveva un edificio di contenimento.

Per quanto riguarda Chernobyl, la tragedia in riferimento ha fatto poche vittime rispetto a come ci raccontano i mass-media, come stilato nel ‘Chernobyl Forum Report’. Il report si riferisce non a ‘morti per l’esplosione’ ma parla di ‘casi di cancro’. Anche su questo, vi è stata una lettura dei dati errata ed una interpretazione fuorviante. Anche il lavoro di raccoglimento dati all’epoca non fu limpido e il report, se saputo leggere, non certifica con sicurezza i decessi.

Per intenderci, è lo stesso gioco che Bassetti e Pregliasco fanno quando leggono l’efficacia del siero covid e poi arriva Giovanni Frajese, e li bacchetta per la cattiva lettura dei report pubblicati sugli articoli scientifici.

A Chernobyl i dati parlano di 65 persone accertate, 4000 (presunte) secondo l’ONU, 3500 (non accertate) dal KGB. Lo studio del ‘Chernobyl Forum’ fu realizzato da scienziati ed esperti afferenti a otto agenzie tra cui: la OMS e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AiEA). All’epoca, vi fu una grossa questione di controversia sull’accertamento delle vittime a causa dei conflitti d’interesse che si aprirono dopo la tragedia, dal punto di vista sanitario. Le stime dei morti del report, come detto, non riguardano i morti nell’esplosione ma quelli che si sarebbero ammalati nel periodo seguente, valutando anche i casi a distanza di tanti anni. E anche allora, si spacciarono morti per infarto con anche un cancro in corso, per morti a causa delle radiazioni ecc.

Per alcuni ricercatori, i numeri delle vittime sono sottostimati, e per altri sovrastimati. Senza azzardare opinioni personali, l’accertamento dei morti fu complesso perché la malattia del cancro, come tutti sappiamo, dipende da molteplici fattori di rischio genetici e ambientali per cui nessuno avrebbe mai potuto stabilire con certezza le evidenze su pazienti ammalati in periodi molto distanti da quello della tragedia. Si parla anche di diagnosi a più di dieci anni di distanza. È stato possibile ‘parzialmente’ fare una verifica sulle persone che bonificarono il territorio dopo la catastrofe, alcune delle quali si ammalarono nel giro di poco tempo. Altri, non tutti di quelli rimasti sotto osservazione, contrassero il cancro dopo tanti anni: troppi, per poter stabilire una connessione con le radiazioni. Il cancro è infatti una malattia molto diffusa, non per niente una piaga ancora attuale, che può insorgere anche indipendentemente da un irraggiamento di radiazioni nucleari. Non c’è bisogno di spiegare quanti e quali sono i motivi di una esposizione al cancro nel nostro habitat. Una considerazione ulteriore è che ci fu in particolar modo un aumento dei casi del tumore alla tiroide, uno dei pochi curabili e gestibili. A distanza di anni, si sono svolte numerose ricerche con tecnologie più avanzate e i risultati sono rassicuranti soprattutto per quel che riguarda l’ereditarietà del cancro causato dalle mutazioni dopo l’esposizione ad un irraggiamento di radiazioni. Un articolo del 2021 prodotto sul National Geographic sfata completamente il mito secondo cui le ripercussioni di Chernobyl sarebbero ereditarie, come si era sostenuto in un primo momento.   

Walter Ambrosini, docente di impianti nucleari, aveva già fatto chiarezza sui disastri nucleari a Marzo del 2022 affermando che il paragone con Chernobyl e Fukushima è sbagliato. Spiegando alcune dinamiche dei reattori di Zaporizhzhya il cui ‘ nocciolo’ è protetto da sistemi di alta sicurezza rispetto a Chernobyl, affermò che “Peraltro, le conseguenze dell’incidente di Chernobyl, pur gravissimo ed evitabile, sono state amplificate rispetto alla realtà che ne è restata nell’immaginario collettivo. Raggiungere parti vitali della centrale di Zaporizhzhya non è semplice. Le esplosioni viste a Fukushima sono state esplosioni chimiche dovute all’idrogeno formatosi durante la degradazione del nocciolo. I reattori nucleari in generale hanno feedback che ne limitano le escursioni di potenza. A Chernobyl vi fu una escursione di potenza ma il rilascio di energia, non è il medesimo di esplosioni nucleari. L’unico pericolo per la degradazione del nocciolo è la fuoriuscita di radioattività”.   

Centrali come quelle di Zaporizhzhya sono inoltre progettate per spegnersi automaticamente in situazioni di emergenza e funzionano con i sistemi di alimentazione alternativa. Tutto questo per spiegare che il pericolo esiste seriamente ma, affinchè il danno venga prodotto al punto da causare una tragedia planetaria, è necessario che si verifichino una serie di fattori concomitanti per poter riuscire ad eludere tutti i sistemi di sicurezza dell’impianto nucleare. Si tratterebbe di dover provocare un impatto che danneggi più elementi della centrale messi assieme compresi i sistemi di raffreddamento ecc. e tale da permettere la fuoriuscita di quantità molto alte di radioattività. Non è così semplice.   

Senza divagare oltre sulla tragedia di Chernobyl su cui si è aperta una lotta di opinioni nel tempo – ed è possibile colmare la curiosità facendo una ricerca sul web – la grande sofferenza vissuta nell’immediato, furono i trecentomila evacuati che persero tutto. Ci sono alcuni aspetti interessanti raccolti tramite la ricerca in rete, che sottopongo all’attenzione dei lettori: in seguito all’esplosione di Chernobyl, tutta l’operazione sanitaria fu messa sotto segreto militare e venne vietata qualsiasi autopsia sulle persone decedute in modi connessi con l’incidente nucleare.  Appena dopo l’incidente, i cittadini dell’URSS furono lasciati uscire tranquillamente per 15 giorni tranquillizzati dalle autorità sanitarie le quali sostenevano che non c’era pericolo, e solo successivamente fu dichiarata la criticità dell’esposizione alle radiazioni e tutto ciò che ne conseguiva. I documenti sotto segreto militare furono dissecretati nel 1991 dalla deputata ucraina Yarochinskaya e contenevano i controsensi dettati da conflitti d’interesse in ambito sanitario. Il disastro della ‘gestione Chernobyl’ fu archiviato per quieto vivere.

Dal momento che sappiamo come tecnicamente la centrale di Zaporizhzhya sia molto sicura ( non comparabile ad Hiroshima, il sistema di sicurezza si regge su un meccanismo di fisica per cui i reattori non produrrebbero danni, è anti-missile, ecc. ), possiamo dedurre che la stampa occidentale mente per scatenare il terrore in caso di esplosione; mentre, i media della libera informazione, seguono ingenuamente la narrativa del terrore perché non siamo tecnicamente consci della tecnologia che protegge le centrali nel 2022 né preparati sull’argomento; invece, i governi sono relativamente tranquilli e il danno più grave che potrebbero subire da una manomissione della centrale, potrebbe essere il suo spegnimento parziale che provocherebbe l’incapacità di produrre abbastanza energia, per esempio: per cui non si potrebbe sostenere il tessuto delle strutture alimentate dalla centrale nucleare. Questa è la preoccupazione che potrebbe avere il Capo della Agenzia Atomica Internazionale, rispetto a questo fatto! Intanto è un problema se la centrale è inutilizzabile, ed inoltre un danno causato da una esplosione di guerra, vorrebbe dire che si sono violati i regolamenti di sicurezza rispetto ai trattati internazionali e dunque nascerebbe un contenzioso.

Non si vuole lasciare intendere che una esplosione non sarebbe pericolosa, minimizzare sarebbe stupido, ma semplicemente che il modo in cui ce la fanno immaginare catastrofica, non rispecchia la forma in cui potrebbe manifestarsi realmente. Usiamo il condizionale!

Per quanto grave possa essere, dobbiamo provare a dare una dimensione realistica delle conseguenze, senza cadere nella trappola della manipolazione.

Se si mantiene alta la tensione, si può sempre speculare su qualsiasi avvenimento ed anche su una esplosione nucleare, ingigantendo le misure di risposta sanitaria per risolvere il problema. Ci siamo già passati con la pandemia. Il calcolo è semplice. “Il problema esiste, è di gravità inferiore rispetto a ciò che ci viene raccontato dalle istituzioni, per cui si chiede al cittadino un sacrificio proporzionalmente maggiore al problema”.

Il problema ‘esiste e va risolto‘, ma la esasperazione di un problema che possiamo risolvere senza impanicarci è conveniente solo per chi ha interesse di lucrare sulle situazioni. Ricordiamo che per le radiazioni da irraggiamento nucleare, si entra nel perimetro del corredo genetico umano.

PARENTESI DEDUTTIVA : Sappiamo dagli ultimi studi scientifici che i sieri RNA stanno determinando problemi di varia natura, e non possiamo calcolare con precisione cosa accadrà in autunno a chi vi si è sottoposto, che ha un sistema immunitario naturale in deficit (e che in qualche caso, dovrà essere sottoposto ad altri tipi di sieri per malattie differenti come il Vaiolo delle Scimmie senza alcun dato sulla iterazione con le dosi ad RNA). Se a questo, aggiungiamo che potrebbero ingigantire la questione nucleare, lo scenario non è dei migliori. Consideriamo che ipoteticamente chi ha un sistema immunitario indebolito, può essere sensibile maggiormente ad una problematica di mutazioni geniche in caso di esposizione a radiazioni nucleari qualora il DNA non riuscisse a riparare i filamenti. Ma se non esistesse un reale mostro nucleare e si trattasse solo di livelli radioattivi accettabili, la causa di un peggioramento delle malattie rare in chi continua a sottoporsi ai sieri, sono appunto i sieri! Ovviamente, queste ultime sono solo provocazioni della autrice dell’articolo, deduzioni logiche che andrebbero comparate con il parere di un esperto. Ognuno di noi può fare le sue ricerche ed informarsi interrogando chi ne sa più di noi.

Di certo, la speculazione è una caratteristica di alcune istituzioni mondiali e dei governi quando sono corroborati dalla mafia e interessi personali. Se la Storia ci ha insegnato qualcosa, è proprio il fatto che sulle tragedie ci si arricchisce. Terremoti, catastrofi, epidemie, tutto si presta perfettamente a nascondere i giri di denaro e gli affari personali. All’inizio si mostra empatia e preoccupazione per il prossimo ma, trascorso quel momento, si sottovalutano o sopravvalutano i problemi a seconda di quale tendenza fa guadagnare di più. 

Il giornale ‘Il Fatto Quotidiano’ in un articolo del 10 giugno 2011 documenta la questione Chernobyl e pone all’attenzione un accordo firmato nel 1959 tra l’OMS e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. “Esso impedisce all’Oms di agire liberamente nel campo nucleare se non ha l’assenso dell’AIEA. Questa ultima organizzazione è composta da fisici (non da medici), e ha l’obiettivo di promuovere centrali nucleari nel mondo, è la sola Agenzia che dipende direttamente dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Impone il suo diktat all’Oms il cui scopo è invece quello di “condurre tutti i popoli al livello di salute più alto possibile”.

Alcuni critici del periodo storico di Chernobyl, affermano che questo contratto è servito per chiudere nel cassetto gli errori commessi per conflitto di interesse nella gestione della emergenza nucleare.

Se da un lato la OMS non può intervenire senza consenso dell’AIEA, dall’altro, negli anni, le due istituzioni hanno collaborato a diversi progetti che hanno prodotto risvolti economici vantaggiosi per entrambe. A livello documentale, hanno l’obbligo di confrontarsi per decidere o meno il rilascio di documenti sensibili. Se apparentemente la OMS sembra frenare l’ascesa del nucleare poiché lo si considera dannoso per la salute, dall’altro qualora si verificasse un rischio nucleare in seguito alla espansione delle centrali ed alla prolificazione, la OMS guadagnerebbe dagli stati di emergenza. Benché una entità debba monitorare l’altra, paradossalmente ci si può compensare a vicenda e coprire le défaillance attraverso il contratto che le blinda una all’altra. Oppure, ci si può scontrare come tori qualora non si addivenga ad una connivenza di obiettivi.

Tra pochi giorni, verrà effettuata una ispezione della centrale nucleare di Zaporizhzhya dell’AIEA guidata da Rafael Grossi, come lui stesso ha ricordato ieri 23 agosto, alla BBC. La sola cosa che non è stata chiarita è l’itinerario per raggiungere la centrale, visto che è sotto attacco. Volodymyr Zelenskyj è apparso in un comunicato agli ucraini sostenendo che, nella giornata del 24 agosto in cui si festeggia l’Indipendenza dell’Ucraina ci saranno provocazioni da parte dei russi, ma il timore è che Kiev voglia approfittare degli ultimi giorni prima della visita della AIEA per provocare un danno alla centrale e incolpare di questo la Russia. Dopo la visita sarebbe più complesso agire, perché ipoteticamente le organizzazioni si metterebbero d’accordo sul destino della centrale rispetto alla proporzione del pericolo, e il tentativo è di raggiungere soluzioni per fermare gli scontri in prossimità della struttura.  

Le opzioni potrebbero essere: 1) l’ispezione produce un risultato e la centrale viene messa al sicuro, si trova il modo di far cessare gli scontri in quella zona. 2) Gli ucraini colpiscono la centrale senza provocare danni. 3) Gli ucraini colpiscono la centrale in modo minimale, scatta un allarme radiazioni a causa di una fuoriuscita sospetta ma non preoccupante. 3) La centrale esplode in modo più grave in seguito ad un attacco, muoiono dei civili, la OMS ed AIEA avviano i protocolli internazionali per le radiazioni nucleari nonostante la centrale, come abbiamo spiegato nei punti precedenti, possa non fare alcun danno reale comparabile ai più grandi danni della storia umana. La stampa però comincerebbe a paragonare l’esplosione a quella di Chernobyl o al disastro di Hiroshima, scatenando il panico. E comincerebbe il gioco della speculazione sulla salute umana 4) In tutti i casi di cui sopra… per l’occidente ‘HA STATO SEMPRE PUTIN’.

La centrale di Zaporyzhzha è lo scenario perfetto per il contenzioso tra Russia e Ucraina, produce tensione agli occhi delle popolazioni quindi è un termometro per misurare la colpevolezza di uno o di un altro esercito; è energia, l’interesse per la centrale rispecchia la guerra energetica che l’occidente sta alimentando attraverso le sanzioni ma è anche un jolly per Mosca, dal momento che produce gran parte dell’energia dell’Ucraina; se a livello internazionale Vladimir Putin venisse messo davanti alla ipotesi di sgomberare i soldati dal perimetro della centrale, ( Zelenskyj ha chiesto di avviare le procedure per un ultimatum contro Mosca e che ci sia la volontà di tutti i Paesi di imporglielo) questa potrebbe essere vista come una sconfitta per il Cremlino, e Kiev respirerebbe in apparenza una nuvola di sollievo per la conquista ottenuta non sul campo, ma previa richiesta esterna. Difficile che il desiderio del leader ucraino, venga corrisposto!

Ovviamente, questo articolo vuole essere il gioco degli scenari immaginabili. Non vuol dire che accadrà, è solo un modo per imparare a comprendere che qualsiasi cosa accada nel mondo e a qualunque livello, il segreto per sopravvivere è solo uno: non avere paura. La paura non ci fa sopravvivere quando davvero la situazione è gravissima, nè se è meno grave di ciò che sembra. La paura è lo strumento con cui viene attuata qualunque manipolazione. Un altro segreto è che non siamo soli. Dobbiamo avere la prontezza di non leggere solo le righe della stampa ma di confrontarci, poiché ci sarà sempre qualcuno di noi che conosce qualcosa più degli altri. È il caso di questi articoli sul nucleare in cui mi sono imbattuta e che hanno spinto la mia parte fragile e impaurita a ragionare anche sotto altri aspetti. Nessuno sa cosa accadrà, quale portata avrà, possiamo immaginarlo o calcolarlo se abbiamo la calcolatrice esatta, ma ad ogni modo, le paure vanno vissute, affrontate, vinte. Ci sarà sempre quello più sfortunato o più fragile che non ce la farà, ma la storia ci ha insegnato che nonostante i più grandi crimini contro l’umanità, siamo ancora vivi. Se ci impegniamo, sopravviviamo anche questa volta!

24 AGOSTO 2022 – PMS – REDAZIONE DI QUI RADIO LONDRA CHANNEL

 

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