LO SCANDALO SULLE INDAGINI DEI SERVIZI SEGRETI, NON SI PLACA E NON DEVE PLACARSI

LO SCANDALO SULLE INDAGINI DEI SERVIZI SEGRETI, NON SI PLACA E NON DEVE PLACARSI.

Franco Gabrielli sottosegretario con delega all’Intelligence, ha presentato in conferenza stampa dopo una settimana di polemiche, il documento “parziale” (ovvero un frammento di ben quattro indagini), in cui vengono indicati gli appartenenti ad una << rete>> che tenta di orientare le scelte sul governo sostenendo le tesi più favorevoli alla Russia, o lamentando l’operato di Mario Draghi. Il nome più problematico nella lista ma non il meno importante per gravità, è quello del senatore Vito Petrocelli espulso dal suo partito in seguito al rifiuto di dimettersi dall’incarico, il quale, in veste di parlamentare non potrebbe essere indagato senza autorizzazioni da parte della sua camera. Alessandro Orsini, presente all’interno della lista di proscrizione filoputiniana, sbattuta in prima pagina sul Corriere della Sera, si è sentito in dovere di denunciare, intanto, il giornale che ha pubblicato la notizia ma determinato anche, a comprendere da quale fonte è scaturita la questione, il mandante dell’indagine grottesca, per le ipotesi di reato che contiene! Si è sentito chiamato indirettamente in causa Marco Travaglio, direttore de ‘ Il Fatto Quotidiano‘ per il quale Alessandro Orsini scrive articoli giornalistici manifestando, oltre che i fatti, anche i punti di vista come osservatore indipendente. Il Corriere della Sera ha declinato la responsabilità al CopasirAdolfo Urso , presidente del Copasir,  ha inizialmente affermato di non aver mai visto quella lista, poi è saltato fuori che in realtà è arrivato sul tavolo del Copasir un documento  che però non conterrebbe tutti quei nomi.

Il problema è che, sebbene Franco Gabrielli abbia desecretato per disperazione uno di quattro fascicoli d’indagine in cui non tutti i nomi elencati nella prima pagina del giornale comparirebbero, nulla vieta che i nomi possano essere contenuti negli altri fascicoli,  ed inoltre, il contenuto del tipo di indagine svolta che è emerso, ha aspetti scioccanti a priori (a prescindere da chi sia presente o meno nella lista) che fanno temere per la democrazia e per l’incolumità stessa di tutti i liberi informatori, opinionisti e cittadini, che certamente non possono essere considerati criminali sulla scia di pareri pacifici espressi in merito a fatti che accadono realmente intorno a noi.   Il fine della ricerca, “è quello di produrre una relazione in merito da inoltrare al Parlamento“, afferma Urso in uno stralcio di intervista rilasciata al quotidiano “IL GIORNALE”. Sarebbe interessante, intanto, sapere perché non tolgono la segretezza anche agli altri dossier su cui hanno lavorato, per nutrire la propria sincera ragione secondo cui è il ‘Corriere della Sera’ ad aver bluffato, pubblicato quei nomi oramai conosciuti da tutti!

Il documento è importantissimo in quanto scandalo e non deve essere insabbiato. Leggendo alcune testate giornalistiche sembra che Mario Draghi sia molto preoccupato per il fatto che la notizia sia trapelata, perché: che si voglia sminuirla attraverso i mass-media o giustificarne l’esistenza, il tentativo di sfoltirla non ne diminuisce la gravità in un Paese che continua a definirsi per bocca dei Presidenti del Consiglio e della Repubblica, democratico e costituzionale! Il documento non contiene fakenews di cui, per la diramazione, alcuno sia stato accusato (benchè è comunque paradossale che i servizi segreti indaghino su presunte fake-news di un conflitto mondiale ove sono in primis i governi a costruirle, rivalendosi su liberi informatori, opinionisti, cittadini. La verità è confusa a monte, e quindi, ci si può confrontare in merito, volta per volta, mano a mano che emergono indizi! In questo senso, la presunzione di verità di cui si vuole ammantare il governo in carica, è infantile e preoccupante dal punto di vista della sicurezza dell’Italia. A mio parere, sono indagini sconclusionate ed illegali come questa a mettere in serio pericolo la sicurezza del nostro Paese tanto che, il responsabile, dovrebbe pagare per l’attentato alle istituzioni ed al cittadino.

La lista di proscrizione, contiene, invece, un prospetto identificativo comportamentale di alcuni individui che sarebbero perseguibili e da monitorare perché: pur menzionando fatti veri, reali, lo fanno mettendo in ombra il governo italiano e quindi, si discostano di pensiero dal politico attualmente in carica. In una democrazia, l’esistenza stessa di un partito di opposizione, fa comprendere che non essere d’accordo con la linea politica di un presidente in carica, e quindi opinionare, pensare, avere un diverso approccio sui temi sociali interni ed esterni al Paese, non è un reato da monitorare. Difatti il cittadino, ha la possibilità di non concordare, di lamentare le mancate promesse di un politico, e di ovviare per le elezioni in modo che quel governo, se non ritenuto valido, venga cambiato attraverso l’espressione di voto contrario. Esprimere pensieri negativi sul governo in carica, in Italia, è legale, previsto dalla Costituzione, e chi dissente da linee politiche… è paradossale venga inglobato in una lista dei Servizi Segreti, non rappresentando in realtà, nella misura in cui si espone pacificamente  alcun pericolo sociale o pubblico. Aldo Cazzullo, vicedirettore del Corriere della Sera, il giornale che ha diramato i sei nomi dei ‘putiniani’ , ha anche spiegato che quelli contenuti nel documento desecretato, non sono gli unici nomi monitorati e che il documento è molto più corposo di quello pubblicato dal giornale. Qualcuno, per uscirsene pulito, li descrive come reportage segreti sulle fake – news che sarebbero state utilizzate dagli opinionisti e pensatori per destabilizzare l’opinione pubblica solidale alla politica di Mario Draghi.

Ma quando leggiamo il contenuto del documento, ci rendiamo conto che di fakenews non vi è la minima traccia. Si tratta di notizie attendibili, con testimonianze ed episodi avvenuti sulla scia del conflitto russo-ucraino. L’unica nota stonata, probabilmente, è quella secondo cui le notizie non dovevano essere diramate né discusse, perché contrarie all’iter propagandistico del governo italiano e presumiamo statunitense attuale. Per cui è vietato pensare liberamente, valutando le notizie reali e reali accadimenti, se ci si discosta dalla linea politica in uso dal politico di turno.

Creare l’ipotesi di una rete criminale in base a questi dettagli è pericolosissimo poiché significa che qualcuno, ha chiesto di segnalare tutti coloro che non approvano pienamente l’operato di un governo in carica, il quale, in un Paese democratico, è comunque soggetto a limiti di esistenza… in quanto giudicabile dal popolo che deciderà attraverso il voto se rinnovare la carica, o meno. Allo stesso modo, il cittadino può guardare l’esempio delle politiche estere e preferire il modo di rapportarsi al cittadino o alla società di altri leader; quindi, può provare ammirazione o sdegno per chi vuole! L’unico limite che nessuno dovrebbe mai superare è quello della violenza, del reato, ma esistono tutte le leggi del caso e soprattutto le reali perpetrazioni di crimini che vanno ben oltre l’esternazione di un semplice pensiero in modo democratico.

Coinvolgere i Servizi Segreti in questa operazione è uno scandalo come pochi negli ultimi anni in Italia, talmente grosso, che se si risalisse alla fonte, potrebbe realmente e “dovrebbe saltare tutto il governo attuale”, reo di avere “attentato alla democrazia italiana”. Il de-secretamento di alcuni contenuti della lista e non della totalità, è stato un modo per provare a parare i colpi, lasciare intendere che l’informazione al Corriere della Sera non è stata rilasciata per proprio conto, sminuire anche maldestramente i contenuti del fascicolo. Il problema fondamentale forse non è chi, tradendo il segreto, ha fornito i nomi al quotidiano, e che ha fatto anche un favore a tutta l’Italia mettendo in piazza la verità di un pericolo alla democrazia molto serio! Mario Giordano, giornalista di ‘Fuori dal coro‘ , non compare nella lista (forse) ma ha affermato che: “ E’ stato un bene che il documento sia emerso!”.

 La cosa più straordinaria è che il documento è emerso, ma nessuno se ne assume le responsabilità. “Non sono stato io”, è la frase più gettonata che fa da sfondo a parziali ammissioni da parte dei coinvolti nello scandalo. Mario Draghi è silenzioso e non spiega; è irritato ma non si degna di occuparsi personalmente di chiarire e che sia accettabile. Il problema è che da qualunque parte la si vuole girare, questa storia è inaccettabile e perigliosa.

A questo proposito ricordo una frase molto particolare di Mario Draghi in un discorso avvenuto dopo l’intervista a Sergej Lavrov ( mi riferisco alla prima apparizione di un esponente russo di calibro in una televisione italiana durante questo periodo di guerra, nella trasmissione ‘Zona Bianca’). Il Presidente del Consiglio affermò stizzito che forse era il caso di “controllare e non permettere che venissero intervistate certe persone per così tanto tempo, attraverso interviste ‘più lunghe‘ “, lasciando intendere due cose : o non li invitate. O se lo fate non potete lasciarli parlare e dovete interromperli. Il discorso di Mario Draghi quella mattina fu emblematico. Era come se l’indignazione per l’intervista al Ministro Lavrov fosse una arrabbiatura per un mancato controllo di terzi sull’operato televisivo dei conduttori, un rimprovero rivolto verso una terza entità che non aveva fatto il suo dovere. I dossier sono ben quattro dall’inizio del conflitto russo-ucraino e schedano le posizioni politiche di persone libere e civili. Probabilmente l’intento della propaganda politica è ora quello di trovare il colpevole del rilascio delle informazioni al Corriere della Sera, spostare lo scandalo su questa terza entità o persona e lavarsi le mani dalla responsabilità di aver proprio voluto avviare una indagine di questo tipo servendosi dei Servizi Segreti, per poi attuare ripercussioni sui rei per l’ avere manifestato un pensiero politico indipendente descrivendoli come una rete di criminali.

A cosa servono questi DATI ?                       

 12 GIUGNO 2022 – PAOLA MORA – QUI RADIO LONDRA TV

 

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