MARIUPOL: RACCONTI DI UNA CITTA’ DELUSA.

LA MARIUPOL LIBERATA .

Ne sono pieni i canali di informazione indipendenti delle immagini di Mariupol, sotto il controllo russo. L’orrore cui siamo stati abituati il mese scorso ha lasciato spazio a  piccoli spiragli di serenità. I soldati moscoviti hanno in queste ultime ore finito di evacuare i bambini dalle zone più pericolose del paese, e le tiepide fotografie d’aprile che raffigurano i cittadini a camminar per le strade semi-deserte o che si riuniscono per dividere il cibo assieme, si susseguono ovunque. Ovunque, tranne che nelle televisioni occidentali, molto timide nel raccogliere le dichiarazioni e la testimonianza di come scorre la vita degli abitanti di Mariupol, oggi! Meglio tacere su tutto ciò che è pace, insistere ad alimentare solo la propaganda di terrore atta a declamare un unico capro espiatorio.

Il porto marittimo commerciale è stato completamente liberato dai militanti nazisti del reggimento Azov, tutti gli ostaggi a bordo di navi sono stati rilasciati, le restanti truppe ucraine e i combattenti di Azov in città, sono circondati”. Già il 13 Aprile giungevano queste parole da Mosca, ed oggi i superstiti dell’esercito ucraino sono asserragliati nella acciaieria Azovstal, uno dei più importanti stabilimenti metallurgici d’Europa, con l’invito a deporre le armi. Kiev, intanto, fa volare i droni sul paesaggio per interrogare il mondo sul se la spettralità degli edifici bombardati, possa definirsi liberazione.  Sulla costa sud-orientale dell’Ucraina, strategicamente importante per gli sbocchi e le possibilità di collegamento con Crimea e Donbass, Mariupol è un luogo ove cui non è possibile nutrire troppi dubbi sull’accaduto del mese scorso.

Ancora oggi, il leader Zelens’kyj parla di una situazione terribile e di centinaia di civili morti per mano russa stabilendo che, lo scenario di ciò che si è svolto  in città  è imperdonabile, tanto da mettere a rischio qualunque negoziato di pace. Nonostante queste parole che si perdono sempre più nel vento, non è opportuno lodare in todo le milizie ucraine nel momento in cui ascoltiamo non una, ma decine e decine di testimonianze tutte rilasciate da persone diverse, sull’operato del governo di Kiev e degli Azov a Mariupol prima d’esser stati sconfitti dai russi. Garage ed edifici incendiati, appartamenti presi d’assalto, civili strumentalizzati, usati, feriti, abbandonati, questa è una diapositiva poco clemente per Zelens’kyj, il quale, ha da sempre affermato che tutte le scorribande e le problematiche del paese avvenivano per mano dell’esercito russo.

Al contrario, se si domanda alla cittadinanza di Mariupol cosa pensa dei russi, se li abbiano scorti a far del male ai civili, a violentare, uccidere, la risposta è univocamente negativa. Anzi, aumentano le parole benevole ed i ringraziamenti verso gli ‘invasori’, per il comportamento onesto sul campo di battaglia dei soldati russi: hanno soccorso i civili in diverse occasioni, aiutato a bendare e curare ferite, a raggiungere i corridoi umanitari, fornito derrate alimentari. Trovare cibo a Mariupol è complesso! “Gli Azov no! Non sono stati così clementi”, dice la gente del posto che rilascia commenti ai reporter. Scioccati dalle ostilità e dalla follia con cui Zelens’kyj ha condotto la difesa della città, i sopravvissuti di Mariupol abbassano spesso lo sguardo, storcono il naso, non si capacitano, è tutto assurdo ma vero! Mariupol oggi è più tranquilla, provata dagli eventi, una cittadina da ricostruire e ricordare come l’equivoco propagandistico più grottesco di questo conflitto. D’esempio per tutti, affinché non si giudichi prima di aver approfondito le dinamiche, in quanto, la fakenews è sempre pronta a  catturare l’attenzione, processare nel giro di poche ore un fatto elevandosi all’autorità di giudice che soggioga la parte emozionale degli spettatori.

Il conflitto non si conclude purtroppo a Mariupol e più si procede ad avanzare nella liberazione dai nazisti, più il rischio delle crudeltà aumenta di città in città. Non sappiamo fino a che punto si spingeranno gli eserciti di ambo i governi, soprattutto quando arriveranno dall’Europa e dagli USA armi ancora più potenti cui la Russia, dovrà rispondere di conseguenza. Fino ad ora, l’esercito moscovita non si è preoccupato di far sfilare in passerella arsenali pericolosi, se li è tenuti ben nascosti e si è avvalsa del minimo indispensabile ad un’operazione cauta, mirata, chirurgica.

Il focus dovrebbe ridimensionarsi ai negoziati per crescere di spessore umano e comportarci da persone adulte, senza fossilizzarci sui crimini strappacuore densi di coinvolgimento emotivo di cui si potrà certificare la responsabilità… solo più avanti, non certo nell’immediato, distraendoci dal problema! Senza proposte di pace la propaganda avrà da mentire per molti mesi ancora davanti a noi, e l’ideologia delle armi come mezzo di quiete, distruggerà gran parte del mondo come sempre è stato, senza mai una fine!

         

18 Aprile 2022 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra TV

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